Giorgia Meloni en 1996 : «Je crois que Mussolini était un bon politicien».
La cheffe de file du parti d’extrême droite Fratelli d’Italia Giorgia Meloni est devenue la Première ministre d’Italie. Réfutant être d’extrême droite, cette dernière disait ouvertement aux caméras de France 3, en 1996, son admiration pour Benito Mussolini (La leader del partito di estrema destra Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è diventata Primo Ministro italiano. Rifiutando di essere di estrema destra, quest’ultima parlò apertamente alle telecamere di France 3, nel 1996, della sua ammirazione per Benito Mussolini).
Cosa disse esattamente Giorgia Meloni, attuale Presidente del Consiglio, nonché deputato della Repubblica italiana? Affermò che “Benito Mussolini è stato un buon politico. Tutto quello che lui ha fatto l’ha fatto per l’Italia. Non ci sono stati altri politici come lui negli ultimi 50 anni”.
Vediamo quali sono stati i meriti di Benito Mussolini e cosa ha fatto il duce per gli italiani. Purtroppo non è possibile riassumere in poche parole il disastro fascista, fatto di violenza inaudita, soprusi, discriminazioni, sofferenza e dispregio delle più elementari regole di convivenza umana. Non si tratta solo di affermare che il fascismo instaurò una dittatura ventennale che causò morte e distruzione, ma di comprendere che il regime violò la legge naturale che ancora prima di qualsiasi norma di diritto positivo attribuisce a ogni essere umano il diritto di vivere libero.
Con le elezioni del 1921 i fascisti, 36 e Mussolini, vennero eletti deputati e all’apertura della nuova legislatura diedero immediatamente prova delle loro intenzioni, anche in considerazione delle dichiarazioni di Benito davanti a 500 deputati:”Noi non saremo un gruppo parlamentare ma un plotone di azione e di esecuzione”.
L’onorevole Misiano era noto in Italia com disertore di guerra. “Per questo merito, soprattutto, era stato eletto deputato. I fascisti considerarono il fatto incompatibile con la dignità nazionale. Parecchi di loro erano stati eletti deputati solo perché avevano ucciso socialisti. Non potevano quindi consentire lo scandalo. Sicché l’on. Misiano fu aggradito in piena Camera. Misiano viene accerchiato in un attimo, i deputati fascisti gli puntano la pistola al petto. Mani in Alto! Gli gridano in coro”. I fascisti lo perquisiscono, gli sequestrano la rivoltella che portava con se. Lo cacciano via dalla Camera dei deputati. S’incominciava dai comunisti. Poi doveva venire il turno dei socialisti, dei cattolici, dei democratici e dei liberali*.
“Ritornai a Rab per la prima volta nel 1953, quando il cimitero fu ricostruito. Fu il momento peggiore della mia vita perché ho rivissuto tutti gli orrori dal primo giorno in cui ci sono arrivato al 5 dicembre 1942 quando l’ho lasciato”. Così Herman Janez, insieme con gli altri primi reclusi a Rab, ha ricordato l’agonia condivisa con migliaia di connazionali e con le donne anch’esse prigioniere a Rab, uno dei tanti campi di concentramento organizzati dai fascisti italiani durante l’occupazione della Jugoslavia**.
Grecia, nel campo di Larissa le condizioni di vita erano orrende: secondo un resoconto greco, esso era “organizzato sul modello dei terribili lager tedeschi”. La maggior parte delle baracche era danneggiata da terremoti e bombardamenti già prima dell’occupazione Italiana, ma i fascisti non fecero nulla per ripararle. Alcuni dei capannoni erano senza porte o finestre, cosa che rendeva gli inverni insopportabili e quando i prigionieri chiedevano al comandante del campo di richiedere alla Croce Rossa il materiale per riparare le loro baracche, questi rispondeva:”Morite, cani, non siete stati portati qui per vivere ma per morire”. Il cibo era del tutto insufficiente e i prigionieri erano perciò “ridotti a larve umane, per lo più scheletri”. Un problema ancora più pressante era la mancanza di acqua corrente: i prigionieri ricevevano non più di tre o quattro tazze di acqua alla settimana, senza la possibilità di placare la sete. Ovviamente non c’era acqua per le docce e i bagni, una situazione igienica che rendeva i reclusi vulnerabili a qualsiasi tipo di malattia. I pavimenti della baracche, vecchi e dissestati, offrivano rifugio a milioni di cimici che, specialmente nelle notti estive, si arrampicavano sui reclusi rendendo impossibile il sonno. In tali condizioni proliferavano anche topi, pidocchi e zanzare della malaria***.
Quanti furono i lager fascisti? Molti, a sentir parlare di lager, vanno con la mente ai campi di sterminio tedeschi. I fascisti, che purtroppo erano italiani, non volevano essere secondi a nessuno, infatti prepararono decine di campi di concentramento, dove vennero deportate, imprigionate e trovarono la morte migliaia di persone, tra queste gli oppositori, gli ebrei, i rom e gli omosessuali. Per rispondere alla domanda iniziale, visto che i numeri non mentono e fotografano immediatamente la realtà, è sufficiente visitare il sito web www.campifascisti.it.
L’Italia fascista, quella del duce che Giorgia Meloni ha definito un buon politico che agì nell’interesse degli italiani, era dominata dalla paura. Chiunque, in qualsiasi momento e senza alcuna autorizzazione, poteva essere prelevato dalla sua abitazione, perquisito, perseguitato, arrestato e ucciso, solo perché sgradito al regime. Giorgia, cosa c’è di buono in tutto ciò?
*Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, introduzione di Giovanni De Luna, Giulio Einaudi editore, Torino, 2014, pagg. 23 e ss..
**Michael Palumbo, Le atrocità di Mussolini, I crimini di guerra rimossi dell’Italia fascista, Edizioni Alegre, 2024, pag. 27. (Si consente la riproduzione parziale o totale dell’opera a uso personale dei lettori e la sua diffusione per via telematica, purché non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta).
***Ibidem, pagg. 166 e 167.