Il Santo Prepuzio

Il prepuzio è l’involucro cutaneo che ricopre il pene in corrispondenza del glande. Si asporta attraverso un intervento chirurgico, pratica legata per gli ebrei al patto stipulato tra Dio e Abramo (Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sarà circonciso ogni vostro maschio. Gn. 17, 10-14). Gesù era ebreo, pertanto, come da tradizione, venne circonciso (Lc. 2, 21) e, narra la storia, la Mamma conservò quel lembo di pelle per poi consegnarlo a Maria Maddalena. Il pezzetto di pelle, nel corso dei secoli, si è moltiplicato e sembra ne esistano una decina, a Metz (Francia), ad Anversa (Belgio), a Hildesheim (Germania), a Santiago di Compostela (Spagna). Ne venne trovato uno anche nella Basilica di San Giovanni a Roma nel 1527 (Vedi: Corriere della Sera, 15.ottobre 1988 – Le ossa di san Pietro in una scatola di scarpe, pag. 11, di Bruno Bartolini).

Anche a Calcata, nella chiesa di San Cornelio papa e San Cipriano vescovo di Cartagine, era custodito, fino alla denuncia di furto avvenuta nel 1984, il Santissimo Prepuzio di Nostro Signore, dimenticato in un anfratto da un lanzichenecco in seguito al sacco di Roma, dove venne rivenuto nel 1557. Il bottino conteneva anche un dente di Santa Marta e un alluce di San Valentino. Il primo gennaio di ogni anno, proprio a calcata, si celebrava la novena per la circoncisione di Gesù bambino, con l’esposizione della reliquia e la successiva processione con al seguito la pellicina, alla quale poteva accostarsi chi, puro di cuore, desiderasse la concessione dell’indulgenza plenaria.

A denunciare ai carabinieri la scomparsa del Santo prepuzio fu il parroco di Calcata, don Dario Magnoni, il quale riferì di aver ricevuto, il giorno prima della sparizione, la visita di un uomo e una donna che avevano chiesto di poterlo adorare. A Calcata, a dire il vero, in pochi hanno creduto alla storia del furto ritenendo, al contrario, dato l’imbarazzo manifestato dalla Chiesa per quel Santo lembo di pene, si sia preferito toglierlo dalla circolazione. Di quella Santissima porzione di membro non si è più saputo nulla e, se mai sia stato rubato, non sono stati identificati i responsabili.

Io immagino, e la cosa mi lascia perplesso, inorridito e sgomento, centinaia di persone in processione al seguito di un reliquiario, presumo intarsiato di gemme e gioielli vari, con dentro l’improbabile lembo del fallo di Gesù. Non che sia meno orrido portare in processione altri pezzi di cadavere o interi corpi senza vita, dando così il via a una festa del macabro indegna dell’intelligenza umana. 

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