Impietosa pietà

7.4.2005 ---

Per il più grande appassionato
strabocchevole boccheggiante
tremendo bagno di folla
(in)consapevole malato di necrofilia
romana pagana liturgia
- il tempo di uno scatto una prece ci sono stato -
quale straplenaria indulgenza
deve scattare o scoppiare?
Quale indulgenza si può avere
per una televisione non solo ruffiana
alibi autoreferenziale
che crea e brucia la realtà
reclamizzando reality
show di una impietosa pietà,
quale indulgenza per uno Stato
prostrato baciapile anche ai vertici
che parlan di padre perso.
Un popolo sterminato insegue
per un solo profondo secondo
la salma del Papa refrigerata
la certezza di un uomo
caldo si direbbe di una fisicità
sperata non ancora perduta
“Svegliati per favore!”
ipostatizzata
e condividerne il dolore
insieme magari cantando
sanare osannare
speranza perdita lutto.
Coda di chilometri come
e più che a La Mecca
Narciso che si specchia
nel fiume dell'incalcolabile calca
paziente sudario sudato.
Nel caldo surreale
acqua alle stelle, gadgets
di tutti i tipi per tutti i tipi
variegatissimi di devozione
il popolo di Dio lo fa subito Santo,
è contento anche se non è entrato
fermo a Tor Vergata
o imbottigliato schiavo
di enormi maxischermi:
vince Bertolaso come Bartali nel '48.
Già si prospetta la vendita delle reliquie,
il cuore a Cracovia naturalmente.
Con buona pace della miriade
di beati e di santi anche dell'Opus Dei.


Gianni Piu, Epigrammelot, In punta di Cronaca, CUEC editrice, Cagliari, 2006, pag. 52.

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