Il padano misericordioso
L’onorevole Matteo nel corso di qualche decennio ha cambiato svariate volte l’idea di Patria, passando dalla “padania is not Italy” alla difesa del confine terraqueo, da “notte serena amici oggi non c’è un “bip” da festeggiare”, in occasione del 2 giugno 2013, alla presenza quale Ministro dell’interno alla parata del 2 giugno 2018 a Roma. Lanciato da un partito nato dall’idea nordista di Umberto Bossi, sostenuto da migliaia di persone che vedevano – e molti ancora vedono – il meridione italiano come un luogo di assoluta arretratezza, corruzione, ignoranza e, in qualche caso, di odori nauseabondi, cantava lodi ai napoletani (Senti che puzza scappano anche i cani…, il video si trova facilmente su YouTube), prima di diventare il difensore dei confini nazionali. E’ bene ricordarlo, soprattutto a coloro che hanno avuto il coraggio, chi per smemoratezza e chi per interesse, di portare la “Lega per Salvini Premier” nella terra di Pulcinella, ma anche e purtroppo nel resto del meridione e finanche al governo della Sardegna, grazie alla complicità di pochi indigeni traditori di Emilio Lussu.
Salvini il liberatore, nella riproposizione di Massimo Decimo Meridio versione padana, capace di lanciare folte schiere di legionari contro 147 migranti, 32 dei quali minorenni, affamati e disperati di tutto punto e pronti a vendere cara la pelle, e le ossa, pur d’invadere il sacro suolo italico toccando le coste lampedusane. Ma eroi si nasce, e lui lo nacque, elmo sul capo tirò dritto sulla sua strada e forte dell’appoggio delle sue legioni respinse i nemici giurati costringendoli in mare. Oggi, 7 ottobre 2024, è a processo imputato per sequestro di persona, ma insiste – sia chiaro, difendersi è un suo diritto – che il nemico era alle porte e lui ha fatto solo il suo dovere. E’ un eroe, come negarlo, gli incapaci sono i magistrati di sinistra. Comunque vada il processo, probabilmente verrà assolto e la sua condotta in punta di diritto sarà ineccepibile, ciò che ha fatto rimane riprovevole per un cattolico fervente servo di Maria Immacolata Vergine Santissima.
In questi anni mi sono chiesto più volte quali siano le sue reali competenze e, soprattutto, se un diplomato al liceo classico sia in grado, il riferimento è al caso Open Arms, ma non solo, di svolgere un ruolo tanto delicato come quello di Ministro dell’interno. Non ho risposto a questa domanda, l’ho modificata, chiedendomi se Matteo Salvini sia adatto a ricoprire incarichi istituzionali, se si quali e in base a quali competenze. Perché, a mio modo di vedere le cose, un ministro dovrebbe avere una perfetta contezza del suo ruolo, quindi le conoscenze necessarie per occupare lo scranno. Io, ad esempio, ritengo che quel ruolo dovrebbe essere ricoperto da un giurista, come quello di ministro della sanità da un medico e quello dell’istruzione da un professore. La risposta alla mia domanda l’ho avuta dall’incontro tra Corrado Augias e Matteo Salvini, invitati il 1 dicembre 2020 da Bianca Berlinguer al programma televisivo “Cartabianca”, su Rai 3. Quell’episodio fu illuminante, rimasi colpito dalla difficoltà di Salvini a sostenere la sola presenza di un uomo di profonda cultura come Augias, che gli disse, dopo una breve serie di domande alle quali l’onorevole rispose saltando di palo in frasca:”Sono ammirato dalla sua capacità di creare un frullatore dove tutto si mescola, dall’Ungheria ai cani per ciechi”. In quel momento compresi quello che non ero riuscito a focalizzare in precedenza. Ecco, Salvini è così, frulla e mescola, salta qua e la, trita e sparge, dice e non dice, lasciando i problemi esattamente al loro posto o amplificandoli in cerca di nuovi adepti (penso all’immigrazione nelle sue varie sfaccettature o alla sicurezza che diventa un problema solo quando coinvolge gli extracomunitari). Ha ragione la professoressa Fornero sul silenzio assordante di Salvini sulle pensioni, dopo mirabolanti promesse di riforma il nulla, anzi, l’uscita dal lavoro verrà posticipata, così come non ci sarà il taglio delle accise sui carburanti, la flat tax al 15% e le altre promesse sugli innumerevoli cantieri annunciati e mai partiti. Saranno delusi anche i lombardi, che ritornano dal “Va pensiero” di Giuseppe Verdi al “Canto degli Italiani” di Goffredo Macelli, e dopo qualche decennio di mancate promesse d’indipendenza si ritrovano con un partito nazionale e un pugno di mosche, sia chiaro, padane.
Ciò che più mi urta, e che ritengo inaccettabile, è il sostegno che una parte dei meridionali ancora attribuisce alla lega, a dire il vero pochi ma sempre e comunque troppi, che ancora non hanno capito di essere stati usati. Poi ci sono gli altri, che l’hanno capito bene; cosa non si fa per una poltrona.
Salvini è segretario della Lega da oltre 10 anni e nessuno ha l’audacia di parlare di congresso. Ci sarà qualcuno nella Lega che, ispirandosi al coraggio del leggendario Alberto da Giussano, riuscirà a tenergli testa?
(P.S. – Il giorno 20 dicembre 2024 il tribunale di Palermo ha assolto Matteo Salvini per il caso Open Arms con la formula “perché il fatto non sussiste”; aspettiamo le motivazioni).
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