Masturbazione, discrimine tra la Chiesa cattolica e le scienze
Del godimento contro natura, ma non solo, tratta il manuale dei confessori*, un libro, secondo i suoi autori, “destinato esclusivamente ai preti e ai diaconi, noi abbiamo tentato di raccogliere ciò che sarebbe pericoloso ignorassero i sacerdoti, esercenti il ministero della confessione. Ciò che non può essere spiegato negli atti pubblici dei seminari, né confidato indistintamente ai giovani alunni senza peccare di indecenza. Questo trattato si svolge intorno al VI comandamento del Decalogo e ai doveri matrimoniali e contiene una quantità di questioni di pratica quotidiana che non di rado lasciano indecisi e inquieti i più dotti confessori, i quali non le han mai finora trovate esposte e discusse con ordine e lucidità: gli autori di teologia morale che fino ad oggi essi hanno potuto avere fra le mani, o sono troppo rigidi, o sono incompleti e insufficienti. Perciò abbiamo stimato far cosa utile ai giovani preti e ai diaconi il trattare dei peccati contro la castità e dei mutui doveri degli sposi. Dopo aver letto molti libri di teologia su queste materie, ci proponemmo di contenerci su una via di mezzo tra l’eccessiva severità e l’eccessiva indulgenza. Né agimmo in ciò per capriccio, ma abbiamo specialmente fatto fondamento sui giudizi dei migliori esegeti. (…) Molti ci hanno espresso il desiderio di vedere questo nostro libro, annesso alle nostre opere complete che portano il titolo Istituzioni teologiche. Ma la grave ragione che ce lo fece pubblicare separato fin dal principio, sussiste sempre per indurci a mantenere questo Manuale separato da opere destinate a circolare liberamente tra le mani di tutti i seminaristi senza distinzione alcuna”.
La lussuria consumata, sostiene il vescovo, è “l’emissione del liquido seminale in modo non confacente alla generazione e avviene all’infuori dell’accoppiamento carnale”. “Tre sono le specie di codesta lussuria, cioè: la eiaculazione, la sodomia e la bestialità”.
Trattando dell’eiaculazione, detta anche polluzione, il prelato precisa che “chiamasi anche incontinenza versata, o lascivia, (ed) è l’emissione del seme umano all’infuori d’ogni accoppiamento carnale. Il seme umano è un liquido vischioso, destinato dal Creatore alle generazioni e alla conservazione della specie: differisce essenzialmente dall’urina la quale è una secrezione degli alimenti, che si emette, a liberazione della natura, come gli escrementi. La eiaculazione si divide in: 1. Semplice e qualificata; 2. Volontaria e involontaria; 3. Volontaria in sé stessa e volontaria nella sua origine. La eiaculazione semplice è quella a cui non si aggiunge una estranea malignità: vale a dire, è quella di chi, obbligato a nessun vincolo personale con altri, si abbandona al piacere sessuale unicamente con sé stesso. La eiaculazione dicesi aggravata quando, oltre la propria malizia, un’altra ve se ne aggiunge, o da parte d’un oggetto a cui si pensa, o da parte di chi è passivo nella polluzione, o da parte di chi è agente. 1. L’emissione dello sperma acquista la peccaminosità dell’adulterio, dell’incesto, dello stupro, del sacrilegio, della bestialità o della sodomia sé, nel compierla si pensa ad una donna maritata, ad una parente ecc. Così quegli che desiderando la Beata Vergine, si abbandonasse alla polluzione davanti alla sua statua o immagine, commetterebbe un orribile sacrilegio. 2. La stessa peccaminosità acquista se chi è l’oggetto passivo della polluzione è una persona coniugata, ovvero consacrata a Dio col voto o con l’Ordine sacro. 3. Egualmente, se chi opera la polluzione, è per esempio, un religioso o altro sacerdote. È necessario rivelare tutte queste circostanze in confessione, perché fanno cambiare la specie del peccato. La eiaculazione volontaria è quella che si compie in modo diretto o di cui si cerca volontariamente la causa. È involontaria, se avvenga senza la cooperazione della volontà, sia vegliando, sia dormendo. Siccome la polluzione affatto involontaria non può essere un peccato, noi qui non ne parleremo se non in quanto può aver relazione a un peccato. Perciò noi tratteremo: 1. Della eiaculazione volontaria, in sé stessa; 2. Della eiaculazione volontaria, nella sua origine; 3. Della eiaculazione notturna; 4. Dei movimenti sregolati; 5. Norme del confessore verso coloro che hanno l’abitudine di darsi alla eiaculazione.
Proseguendo la lettura del manuale – qui segue solo la dotta spiegazione “della eiaculazione volontaria, in sé stessa”, e si rimanda il lettore, incuriosito e desideroso di conoscere ulteriori perle di saggezza, all’intera opera facilmente reperibile in rete e comunque su liberliber – si apprende: “1. Sulla eiaculazione volontaria in sé stessa molti probabilisti negarono, seguendo Caramuel, che la polluzione fosse per diritto naturale proibito, così l’emissione del seme umano possa paragonarsi ad una emissione di sangue, di latte, di orina e di sudore, e per conseguenza, se non la proibisce la legge positiva divina, lecito sarebbe e necessario il compierla ogni qualvolta la natura lo richiedesse. Nessun teologo però è di questo parere. Asserzione: L’emissione dello sperma, considerato in sé stessa, è un peccato contro natura. Questa proposizione è provata dalla Sacra Scrittura, dall’autorità di Innocenzo XI, dal consenso dei teologi e dalla ragione. 1. Sacra Scrittura: L. ai Corint. 6. 9. «Sappiate che né i fornicatori, né gli adoratori d’idoli, né gli adulteri, né i segretamente incontinenti, né i sodomiti possederanno il regno di Dio.» Ai Gal 6,19; «È certo che coloro i quali, come dissi e ripeto, si abbandonano a cose carnali, cioè alla fornicazione, all’impurità, all’impudicizia, alla lussuria e cose simili, non entreranno nel regno di Dio». Con le parole segretamente incontinenti intendesi alludere a coloro che volontariamente si fanno, o si fanno fare da altri delle eiaculazioni manuali: questa vergogna va certamente collocata a livello delle impurità e delle impudicizie. L’Apostolo, dichiarando che questi peccati escludono dal regno dei Cieli, non li presenta solo come trasgressioni al diritto positivo, ma evidentemente come cose che deturpano la natura. 2. Innocenzo XI condannava, il 2 marzo 1679, la seguente proposizione di Caramuel: «La polluzione manuale non è vietata dal diritto naturale e se Dio non la proibisse, spesso essa sarebbe conveniente e qualche volta obbligatoria». 3. La ragione: È certo che, nella mente del Creatore la destinazione del liquido spermatico e d’ogni atto sessuale fosse quella di produrre e perpetuare la specie umana. Se si permettesse la polluzione per una sola volta, non si saprebbe capire la ragione, per cui non si potesse permettere ulteriormente: è appunto per questo che non si può permetterla mai! Di più, il piacere annesso alla eiaculazione volontaria espone al pericolo di contrarne l’abitudine e noi dimostreremo che è un’abitudine questa gravemente colpevole poiché conduce a mali enormi: la eiaculazione dunque, che avviene all’infuori del naturale accoppiamento, è manifestamente contro natura; lo riconobbero gli stessi Pagani, come appare dalle seguenti parole di Marziale, Epig. 42: «Credimi, la stessa natura t’insegna il vero, o Ponticio, ciò che tu perdi con la polluzione manuale, è un uomo». Si deve quindi concludere, non è mai lecito eccitare direttamente la eiaculazione, nemmeno con lo scopo di conservare la salute e la vita; poiché non è egualmente lecito il fornicare, con lo stesso scopo. Il paragone col sangue, col latte, con l’urina e col sudore, addotto da Caramuel non regge, giacché la destinazione di questi umori è ben diversa da quella del liquido spermatico. Né giova dire che è talora permesso cavar sangue dalle vene, o tagliar un membro del corpo ed anche i vasi dello sperma, perché il sangue e i membri sono parti del corpo, subordinate alla salute dell’individuo e perciò, per salvarlo, possono benissimo essere lese; ma il seme umano non fu creato per la sanità del corpo, ma per la propagazione della specie. Non si va incontro ad alcun pericolo con una levata di sangue o con l’amputazione d’un membro: ma non è così con la eiaculazione”.
E’ vero che la lettura del manuale deve essere contestualizzata, quindi riferita a una realtà completamente diversa dalla nostra, anche se non molto lontana nel tempo. Non si possono, in ogni caso, non notare le affermazioni cervellotiche della Chiesa cattolica e la sua morbosa attenzione per la sfera sessuale umana, considerata fonte di peccato mortale. L’avversione verso il sesso, d’altronde, è arrivata fino ai nostri giorni e condiziona la vita di milioni di credenti che ancora si recano al confessionale per raccontare cosa avviene dentro e fuori dal loro letto. C’è da chiedersi se oggi la Chiesa cattolica abbia cambiato posizione rispetto alla pratica umana della masturbazione maschile o femminile o se ritenga ancora necessario “per scoprire, senza pericolo, se vi sia polluzione (giova) procedere in questo modo: interrogare dapprima il penitente sui pensieri, sui discorsi lascivi, sulle nudità al cospetto di altre persone, sui toccamenti compiuti sopra se stessi o sopra altri, ovvero compiuti da altri su noi con nostro assenso. Se il penitente non è ancor giunto alla pubertà, non dev’essere interrogato intorno alla polluzione, poiché è probabile ch’egli non la conosca, a meno che la di lui corruzione non appaia manifesta da evidenti indizî. Se egli è poi pubere, ed abbia avuto contatti carnali con altre persone, specialmente se questo avevano più anni di lui, ovvero se abbia giaciuto in letto con esse, è moralmente certo che avvenne spargimento di seme, ed è facile capire che ci fu polluzione. Non pertanto, il confessore può domandare, senza commettere imprudenza: «Avete voi provato dei movimenti nel corpo (o nella carne?) e un piacere giocondo nelle vostre parti segrete e una cessazione di quei movimenti appena cessato il piacere?». Se il penitente risponde affermativamente, è ragionevole l’ammettere che ci fu eiaculazione, poiché la vivacità di quei movimenti, congiunta a quel dato piacere, indica chiaramente che ci fu effusione di seme”.
La risposta alla domanda che precede è negativa, per appurarlo è sufficiente consultare il catechismo della Chiesa cattolica che non si è mai discostato da una severa visione genofobica: CCC 2352 «Per masturbazione si deve intendere l’eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. “Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato”. “Qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità”. Il godimento sessuale non va ricercato al di fuori della “relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che (si) realizza, in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana”. Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l’azione pastorale, si terrà conto dell’immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d’angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale».
Il 29 dicembre 1975 la Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant’Uffizio) ha trattato alcune questioni di etica sessuale inerenti la «persona humana» stante «l’accresciuta corruzione dei costumi, di cui uno dei più gravi indizi è la smoderata esaltazione del sesso, mentre con la diffusione degli strumenti di comunicazione sociale e degli spettacoli, essa è arrivata ad invadere il campo della educazione e ad inquinare la mentalità comune». Sull’autoerotismo si afferma:«Spesso, oggi, si mette in dubbio o si nega espressamente la dottrina tradizionale cattolica, secondo la quale la masturbazione costituisce un grave disordine morale. La psicologia e la sociologia, si dice, dimostrano che, soprattutto tra gli adolescenti, essa è un fenomeno normale dell’evoluzione della sessualità. Non ci sarebbe colpa reale e grave, se non nella misura in cui il soggetto cedesse deliberatamente ad un’auto soddisfazione chiusa in se stessa («ipsazione»), perché in tal caso l’atto sarebbe radicalmente contrario a quella comunione amorosa tra persone di diverso sesso, che secondo certuni sarebbe quel che principalmente si cerca nell’uso della facoltà sessuale. Questa opinione è contraria alla dottrina e alla pratica pastorale della chiesa cattolica. Quale che sia il valore di certi argomenti d’ordine biologico o filosofico, di cui talvolta si sono serviti i teologi, di fatto sia il magistero della chiesa – nella linea di una tradizione costante -, sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato. La ragione principale è che, qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale, al di fuori dei rapporti coniugali normali, contraddice essenzialmente la sua finalità. A tale uso manca, infatti, la relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza, «in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana». Soltanto a questa relazione regolare dev’essere riservato ogni esercizio deliberato sulla sessualità. Anche se non si può stabilire con certezza che la Scrittura riprova questo peccato con una distinta denominazione, la tradizione della chiesa ha giustamente inteso che esso veniva condannato nel nuovo testamento, quando questo parla di «impurità», di «impudicizia», o di altri vizi, contrari alla castità e alla continenza. Le inchieste sociologiche possono indicare la frequenza questo disordine secondo i luoghi, la popolazione o le circostanze prese in considerazione; si rilevano così dei fatti. Ma i fatti non costituiscono un criterio che permette di giudicare del valore morale degli atti umani. La frequenza del fenomeno in questione è, certo, da mettere in rapporto con l’innata debolezza dell’uomo in conseguenza del peccato originale, ma anche con la perdita del senso di Dio, la depravazione dei costumi, generata dalla commercializzazione del vizio, la sfrenata licenza di tanti spettacoli e di pubblicazioni, come anche con l’oblio del pudore, custode della castità. La psicologia moderna offre, in materia di masturbazione, parecchi dati validi e utili, per formulare un giudizio più equo sulla responsabilità morale e per orientare l’azione pastorale. Essa aiuta a vedere come l’immaturità dell’adolescenza, che può talvolta prolungarsi oltre questa età, lo squilibrio psichico, o l’abitudine contratta possano influire sul comportamento, attenuando il carattere deliberato dell’atto, e far sì che, soggettivamente, non ci sia sempre colpa grave. Tuttavia, in generale, l’assenza di grave responsabilità non deve essere presunta; ciò significherebbe misconoscere la capacità morale delle persone. Nel ministero pastorale, per formarsi un giudizio adeguato nei casi concreti, sarà preso in considerazione, nella sua totalità, il comportamento abituale delle persone, non soltanto per ciò che riguarda la pratica della carità e della giustizia, ma anche circa la preoccupazione di osservare il precetto particolare della castità. Si vedrà, specialmente, se si fa ricorso ai mezzi necessari, naturali e soprannaturali, che l’ascesi cristiana, nella sua esperienza di sempre, raccomanda per dominare le passioni e far progredire la virtù».
Si potrebbe continuare citando ulteriori e numerosi documenti, ma in sostanza nulla è mutato, giudicare la responsabilità morale dell’atto sessuale continua ad essere compito della Chiesa cattolica, che si dichiara legittimata a indagare sopra e sotto le lenzuola. La Chiesa non ha mai smesso di porre in relazione il sesso e la sessualità con il concetto di vergognoso e colpevole, inducendo, soprattutto nella fase adolescenziale e, in generale, nell’esercizio della propria autorità morale verso i credenti, immotivati e spesso devastanti sentimenti di colpa. Un esempio può rendere meglio il senso delle mie parole. Una ragazza chiede lumi ai frati domenicani su una sensazione di disagio da lei provata dopo aver visto su internet, casualmente, un video osceno ma non esattamente pornografico. La giovane, quindicenne, afferma di aver sentito subito la necessità di pregare stante la sensazione che l’aver visto il video l’avesse “sporcata”. Chiede, inoltre, se il fatto rientra tra i peccati veniali, se in attesa di confessarsi può ricevere la “Santa comunione” e se deve raccontare i singoli dettagli al sacerdote. Alle domande risponde un frate, nel sito web dei suddetti religiosi, il quale sostiene che la sensazione della ragazza, sebbene non vi sia stata la volontà di vedere il video, è corretta. Secondo il prelato, comunque, non c’è stato peccato mortale, ma la la donna “ha bisogno di essere purificata”. La risposta, non proseguo nei dettagli, è demenziale nella sua genesi e la lascia senza fiato. Lo stesso frate rispondendo a un altro utente che gli chiede se masturbarsi ogni tanto sia o meno una necessità fisiologica, come urinare, sostiene che nessun medico serio farebbe questa affermazione, aggiungendo subito dopo:”cosa si dovrebbe dire delle persone consacrate?”; “che la Chiesa cattolica le condanna a uno stato di sofferenza fisiologica?”. Prosegue subito il religioso:”Non è così, te l’assicuro”.
Nessuno nega che la castità, anche nel rapporto di coppia, se è il frutto di una scelta libera e consapevole, possa essere un’opzione, sia essa definitiva o momentanea. Le cose cambiano se l’astinenza dal sesso è imposta richiamando, tra l’altro, «(…) il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato (vedi sopra)». In tal caso il presunto senso morale dei fedeli non è libero e consapevole, perché ha la sua origine nelle regole religiose e nei conseguenti sensi di colpa alimentati dalla sessuofobia cattolica che, come un serpente che si morde la coda, riutilizza a proprio favore il sentimento di disagio che ha causato definendolo «senso morale dei fedeli».
L’autoerotismo fa bene alla salute o è un peccato capitale? Oppure è un peccato capitale che fa bene alla salute? Cosa dice la scienza medica? Riporto alcuni dei numerosissimi articoli scientifici reperibili in rete:”Il numero di donne colpite dall’educazione sessuale castrante mentale in cui la masturbazione non è accettata è estremamente alto. Questo nonostante il fatto che la masturbazione tra le donne giovani e anziane sia correlata a un orgasmo più consistente, rispetto al sesso in coppia. Storicamente parlando la masturbazione è stata vietata per secoli, principalmente dalla religione, ed è stato estremamente difficile cambiare l’opinione della maggior parte degli adulti, specialmente delle donne. Non c’è dubbio che l’attività sessuale in coppia e/o la masturbazione penetrativa svolgano un ruolo molto importante nella salute delle funzioni del pavimento pelvico, proprio come nella salute generale, psicologica ed emotiva”**. Uno studio trasversale del 6 luglio 2023 sulle pratiche di masturbazione tra diverse popolazioni, gruppi di età e fattori d’influenza, conclude che:”I programmi di educazione sessuale nelle scuole hanno bisogno di una rivalutazione in quanto sono insufficienti nell’insegnare la masturbazione femminile e nella preparazione degli studenti a rapporti sessuali sicuri e consensuali. La masturbazione femminile dovrebbe essere considerata un diritto alla salute sessuale femminile, questo deve essere garantito e incluso come un normale argomento di discussione, non più considerato un tabù nella società***”. Un altro studio sulla conoscenza delle donne sulla masturbazione femminile, conclude:”È importante riconoscere che la masturbazione femminile rimane spesso un argomento difficile da discutere ed è circondata da tabù sociali. Alla luce dei nostri risultati, è chiaro che sono necessari ulteriori sforzi per promuovere una migliore comprensione e accettazione della masturbazione femminile attraverso programmi completi di educazione sessuale”****.
In conclusione, l’astinenza sessuale imposta si rivela traumatica e può rappresentare un rischio per la salute mentale dell’individuo***** (ndr. consacrati compresi). Tra l’altro, con tutti i problemi seri che ci sono sul nostro pianeta, non si comprende perché Dio dovrebbe interessarsi all’onanismo guardando dal buco della serratura aperto da Paolo di Tarso. Forse perché l’avversione ecclesiastica verso il sesso suscita sentimenti di colpa sui quali la Chiesa, attraverso l’esclusiva del perdono, esercita la sua influenza nel mondo dei credenti.
* MANUALE DEI CONFESSORI, I peccati del sesso e la sensualità proibita nella dottrina di Dio, di Monsignor Jean Baptiste Bouvier Vescovo di Le Mans e teologo – Imprimatur 1837 [Bouvier, Jean Baptiste -1783-1854- è stato vescovo e teologo cattolico. Nel 1819 fu nominato vicario generale della diocesi di Le Mans (Francia) e vescovo nel 1833. I vescovi sono considerati i successori degli apostoli].
**https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21029383/
***https://academic.oup.com/jsm/article/20/Supplement_4/qdad062.051/7220253?searchresult=1
****https://academic.oup.com vedi anche https://academic.oup.com